Guernica
Il quadro viene commissionato dal governo spagnolo per l'esposizione Universale di Parigi del 1937. Viene pagato subito, 150.000 franchi, quando Picasso non sa ancora che cosa dipingerà.
Il primo maggio del 37 Dora Maar compra "Ce soir", dove in prima pagina è pubblicata l'"Immagine della città di Guernica in fiamme". Corre da Picasso che sta conversando con un amico e gli dice: "Guarda" Non ottenendo attenzione mette il giornale in mezzo ai due e non aggiunge altro. In cinque settimane, ai primi di giugno, il quadro è finito. Dora Maar scatta oltre un centinaio di foto (ne rimangono una sessantina) che riprendono Picasso mentre dipinge, a volte con una scopa, un'altra con un piumino, e documentano l'evoluzione del quadro, dalla tela bianca fino all'accensione della lampadina in alto al centro.
L'opera è piena di elementi simbolici, con pochi riferimenti realistici.
A sinistra un
toro, che ricorda la figura mitica del Minotauro, rappresenta la brutalità e l'irrazionalità della guerra che si svolge sotto i suoi occhi; davanti a lui una donna con in braccio un bambino, ricorda molto nell'impostazione la pietà di Michelangelo, ma anziché guardare pietosamente il figlio morto, urla al cielo tutta la sua disperazione.
Sulla destra, in posizione simmetrica,
un'altra donna grida contro il cielo mentre viene avvolta dalle fiamme che escono dalla sua casa.
La
lampada al centro è l'unica luce che illumina la scena, rappresenta l'aviazione che sgancia le bombe e quindi non dà colore alla rappresentazione che rimane monocromatica, quasi un bianco e nero.
Al centro della rappresentazione
il cavallo imbizzarrito e sofferente simboleggia l'umanità colpita, ma ancora viva, non definitivamente annientata.
L'uomo a terra, caduto e calpestato dal cavallo, con in mano una
spada spezzata, sta a simboleggiare quella parte di umanità che ha perso la vita nel tentativo di difendere ciò che aveva di caro, famiglia, libertà o cose. Gli occhi rappresentati sullo stesso piano e orientati in maniera perpendicolare l'uno all'altro, ben sottolineano l'incapacità a guardare gli orrori della guerra.
Vicino alla sua mano tuttavia c'è
un fiore, forse la speranza che da tanto male possa rinascere un mondo nuovo.
Infine, la donna la cui mano entra da destra reggendo una candela sarebbe
Dora Maar che ha suggerito a Picasso l'ispirazione per il quadro. Il volto dell'altra donna sopraffatta e stesa a terra e che sembra tentare di rialzarsi è invece quello di Marie Therèse Walter da cui Picasso ha appena avuto un figlio.
Pur intrecciando elementi storici con elementi della vita privata personale, quest'opera sarà destinata ad un grande successo, diventando il simbolo della guerra civile spagnola e poi di tutte le guerre, del pianto ininterrotto di quegli anni, e poi di tutto il secolo.
Già in corso d'opera Picasso si rende conto di quanto sta realizzando e dice: "Nelle immagini che sto dipingendo e che chiamerò Guernica esprimo il mio orrore per la casta militare che sta precipitando la Spagna in un oceano di sofferenza e di morte.
La pittura non è fatta per decorare appartamenti, è uno strumento di guerra contro la brutalità e l'oscurantismo."
Nel 1940, nella Parigi occupata dai nazisti, davanti ad una riproduzione del quadro, un soldato chiede a Picasso: "L'ha fatto lei?" La risposta è stata: "No, l'avete fatto voi!"
Solo nel 1980, 7 anni dopo la morte del suo autore, il quadro viene finalmente portato a Madrid, dove avrebbe sempre dovuto stare, e una donna spagnola commenta "Oggi la guerra civile è finita" come se finalmente fosse rientrato in patria l'ultimo degli esiliati.

il fatto storico
Il 26 aprile del 1937 i bombardieri tedeschi inviati in Spagna dal governo nazista insieme ad alcuni bombardieri italiani e protetti dagli aerei da caccia italiani, inviati questi da Mussolini, sganciano sulla piccola cittadina basca di Guernica, tremila bombe, una ogni due abitanti. La città è rasa al suolo e incendiata.
Lo scopo dell'azione militare è dimostrare la superiorità militare dell'alleanza italo-tedesca con i miliziani del gen. Franco e spaventare la vicina città di Bilbao che così si sarebbe arresa.
Non è la prima volta che un obiettivo civile, una città, viene colpito per utilizzare la strategia del terrore per costringere una popolazione ad arrendersi.
Ma era successo "solo" nelle guerre coloniali e in Europa ne era giunta solo una lontana eco. Oppure era successo pochi giorni prima a Durango, a pochi chilometri da Guernica, e la notizia non era giunta affatto.
Questa volta invece, anche "grazie" ad un errore nella comunicazione del numero dei morti la notizia finisce sulle prime pagine dei giornali anglosassoni e poi su quelli di tutto il mondo.
E purtroppo questo bombardamento ai danni della popolazione civile è soltanto una prova tecnica della strategia che i tedeschi utilizzeranno nella loro guerra lampo contro tutta l'Europa. Poi, quando saranno gli inglesi a bombardare la Germania, la sperimenteranno a loro volta sulla propria pelle.
Da quel momento purtroppo la
strategia del terrore e delle stragi di civili non è più stata abbandonata.
La Resistenza
MariaPaola Colombo - classe III A - esame di licenza media - anno scolastico 2006/2007
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